PAOLO VENTURA
Una città quasi infinita
Guerra, identità, abbandono, memoria diventano una fiaba per bambini, in un’atmosfera straniante. Il realismo magico di Paolo Ventura è popolato da burattini che si muovono dentro piccoli set teatrali fatti a mano, dai toni pastello. Le sue piccole narrazioni uniscono pittura, collage e fotografia, per produrre un’opera totale, come fotogrammi di un film o strisce di un vecchio fumetto. È lo scenario di un sogno, che sintetizza la complessità del mondo esterno, impresso nella memoria, col magma psicologico interiore e lo codifica in immagini dal forte contenuto simbolico. L’autore stesso, insieme ai suoi familiari, appare in questa scena onirica, attore del proprio fantasticare infantile e drammatico, sperimentatore romantico di un’opera che stupisce, allo stesso tempo, per la sua complessità e semplicità.
BIO
Paolo Ventura (Milano, 1968) è uno degli artisti italiani più originali, noto per la sua tecnica unica, che fa dialogare fotografia, pittura, illustrazione e scenografia. Nei primi anni ’90 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e nei successivi dieci anni, è fotografo di moda, design e paesaggio. Si trasferisce a New York e in un piccolissimo studio a Brooklyn inizia a costruire dei piccoli diorami ispirati alla Seconda Guerra Mondiale, che diventeranno la sua cifra stilistica.
Ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo e pubblicato numerosi libri. Il suo lavoro è presente nelle Collezioni del Boston Museum of Fine Arts, Phillips Collection di Washington, Maison Européenne de la Photographie di Parigi, MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, MAXXI di Roma e in numerose collezioni private.