SALVATORE ESPOSITO
Mefite
È una discesa nella valle dell’Ansanto, in Irpinia, luogo tanto caro a Virgilio, e meta di passaggio per le popolazioni migratorie.
Dea della transizione, Mefite, è il più celebrato santuario della divinità nel Mediterraneo in epoca antica. È luogo di transumanza dove si incontra una natura mutevole e inafferrabile in attesa di venire fuori, qui niente è occultato, assistiamo a un continuo processo di morte e di vita e la trasformazione delle forme nel tempo.
Le fotografie realizzate non hanno alcuna enfasi e concessione narrativa ma rappresentano trasformazioni sospese tra ciò che sono e il divenire, tra ciò che più non è e ciò che non è ancora.
L’interesse si rivolge, dunque, verso uno studio delle forme del corpo, alla possibilità di “ridisegnarsi” o di “rigenerarsi” verso una nuova esistenza o, come in questo caso, al destino che la chimica naturale riserva alla vita.
BIO
Salvatore Esposito (Napoli, 1955) ha trascorso un lungo periodo lavorando tra la Francia e l’Italia, collaborando con agenzie di stampa.
Ha lavorato come docente a contratto di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Ha collaborato con il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II, nell’ambito del corso di Sociologia dell’Arte e della Letteratura. La sua ricerca si concentra soprattutto sui margini della trasformazione e sul tema del “confine” inteso come confine antropologico.
Ha esposto presso il MAV di Ercolano, Pinacoteca Comunale di Positano, Istituto Italiano di Cultura, di Amburgo e Berlino. Ha pubblicato cataloghi con Iemme edizioni, Paparo edizioni.