KENSUKE KOIKE
Fragmented Identity
«La fotografia è la tavolozza dei colori, in cui poter disegnare tutto, usando questi colori per modificare le informazioni», per invertire l’ordine delle cose e non lasciare che queste abbiano soltanto la forma conosciuta. È questo ciò sta alla base del pensiero di Kensuke Koike, creativo artista giapponese che taglia, sminuzza, accartoccia, straccia, sovrappone. Il risultato sembra sorprendere per primo l’autore che ha come obiettivo quello di creare una nuova materia tratta dal reale per arrivare al surreale. A tratti paradossale. Una poetica ironica, sorprendente e mai prevedibile.
A Gibellina presenta delle opere d’arte composte da varie componenti, pezzi di volti umani. Le forme sono progettate per essere riorganizzate dall’osservatore, consentendogli di creare sculture e interpretazioni uniche.
Opere interattive che esplorano il concetto di identità e che incoraggiano gli spettatori a esplorare la propria creatività e a confrontarsi con l’opera d’arte in modo pratico. Le opere invitano inoltre gli spettatori a riflettere sul ruolo della tecnologia nell’arte e su come gli strumenti digitali possano essere utilizzati per creare nuove forme di esperienze interattive e coinvolgenti.
BIO
Kensuke Koike (Nagoya, Giappone, 1980) vive attualmente a Venezia. Ha esposto a livello nazionale e internazionale: Postmasters Gallery, NYC, USA; The Photographer’s Gallery, Londra, UK; IMA Gallery, Tokyo, Giappone ecc. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia e all’Università IUAV, Facoltà di Arti e Design, Venezia.
Koike è un artista visivo contemporaneo che lavora all’intersezione tra fotografia, collage e scultura. In Dear Friend, Koike decostruisce fotografie o cartoline d’epoca per creare nuove immagini tagliando, incollando e riassemblando a mano. Molte delle sue opere si trasformano visivamente utilizzando l’approccio del “nulla aggiunto, nulla tolto”, riorganizzando pezzi e parti, in qualcosa di completamente reimmaginato. L’occhio di Koike per il surreale reinventa immagini trovate in oggetti sorprendenti e deliziosi. Le sue fotografie “rinnovate” sfidano le aspettative dello spettatore con nuove associazioni che rivelano umorismo, curiosità, assurdità e bellezza.