CÉDRIC RACCIO
Hyperobjects
La recente abitudine eccessiva di consumare e produrre immagini, che genera un ansioso inquinamento visivo, offre però anche una moltitudine di visioni, una scoperta di territori inesplorati e un’apertura al mondo. La tecnologia – e i social media – è onnipresente nella creazione e nella diffusione delle immagini. Tuttavia, ha anche cambiato il nostro modo di apprendere e può avere un effetto positivo sul progresso umano. È in questo contesto che l’umanista Lorenzo Tomasin mette in evidenza l’impatto della tecnologia e dei computer sul nostro sistema educativo e culturale, e come questo abbia cambiato il nostro rapporto con le immagini.
L’artista ha iniziato a combinare centinaia di foto personali e artistiche memorizzate sul cellulare, aggiungendo effetti di trasformazione. Le immagini ottenute vengono poi utilizzate per costruire sculture che chiama “trofei totemici”, testimoni della nostra era digitale, trasformando elementi virtuali in oggetti fisici.
BIO
Cédric Raccio (Svizzera, 1981) si è laureato in fotografia presso l’École cantonale d’art de Lausanne (ECAL) nel 2010, iniziando subito a esplorare i temi e l’estetica che caratterizzano la generazione Y. I suoi progetti sono stati rapidamente notati ed esposti in diverse gallerie e festival in tutta Europa (ArtGenève, La Grenette, Sion, Galerie zur Schützenlaube, Triennale d’art contemporain du Valais, ecc). Alcune delle sue serie sono state pubblicate anche in riviste e libri d’arte contemporanea. Esplorando la tecnica Post-Digital, Raccio si è interessato alla trasformazione dell’esperienza visiva digitale. Questo approccio lo ha portato a creare sculture con materiali e tecniche tradizionali, incorporando elementi digitali.
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